Il limoncello è il liquore aromatizzato con scorze di limone che fa parte delle eccellenze della enogastronomia italiana.

Il limoncello tradizionale viene prodotto con i profumatissimi limoni dei comuni della Costiera amalfitana, della penisola sorrentina e dell’isola di Capri secondo regole precise che ne definiscono l’origine e le modalità di produzione. I limoneti della costiera godono della combinazione tra il microclima mite e la natura argillosa dei terreni con la produzione di limoni dalle caratteristiche organolettiche uniche. La produzione di vari tipi di limoncello non aderenti ai disciplinari di Amalfi e Sorrento (e che quindi non possono fregiarsi dell’indicazione geografica protetta IGP) è diffusa in altre zone costiere del sud. Il limoncello IGP deve essere prodotto unicamente con i limoni locali (limone di Sorrento IGP e limone di Amalfi IGP, dalla scorza ricca di oli essenziali naturali), deve avere un titolo alcolometrico non inferiore a 30% vol. per il limoncello della penisola sorrentina e titolo alcolometrico non inferiore a 25% vol. per il limoncello della costiera amalfitana. La concentrazione di zucchero non deve essere inferiore a 200 grammi per litro e non superiore a 350 grammi per litro.

Perché si chiama limoncello?

Si ipotizza, stando a testimonianze scritte che risalgono al ‘400, che la parola limoncello fosse usata come vezzeggiativo per indicare una varietà di limone più piccola rispetto a quello amalfitano, molto più grande, e che successivamente sia stata estesa al liquore. È intorno al ‘600 che l’Accademia della Crusca riporta per la prima volta il termine “limoncello” col significato di liquore aromatizzato con scorze di limone.

Le prime testimonianze sul limoncello

La presenza di limoneti nella zona della Costiera amalfitana e sorrentina è attestata da molte testimonianze storiche che fanno risalire la diffusione del limone dalla Spagna in Sicilia e Campania all’espansione dei saraceni prima del Mille.

Le vicende di Amalfi nel corso del medioevo hanno sicuramente dato un forte impulso alla coltivazione del limone per una ragione ben precisa: il limone costituiva per i marinai un’importantissima fonte di vitamina C, indispensabile per contrastare lo scorbuto che li affliggeva durante le lunghe navigazioni, tanto che un decreto successivo al Mille stabiliva che a bordo delle navi della repubblica marinara ci dovessero essere sempre scorte di questo agrume.

La domanda di limoni di cui fare scorta a bordo delle navi arrivava anche da altri paesi, soprattutto del nord-Europa. È così che i terreni scoscesi della Costiera amalfitana e della penisola sorrentina cambiano nel tempo la loro conformazione con intense opere di terrazzamento, necessarie a estendere le coltivazioni di limoni.

È possibile che l’evoluzione delle tecniche di produzione dell’alcool, utilizzato nel corso del Medioevo utilizzato anche dalla vicina Scuola Medica Salernitana per preparare liquori, amari ed elisir a scopo terapeutico, abbia portato alla naturale conseguenza di aromatizzare l’alcool con i limoni che abbondavano in zona, creando così lo squisito limoncello.

Nel corso del ‘900 il limoncello ha vissuto un vero e proprio boom grazie all’antica e apprezzatissima “ricetta della nonna” della piccola pensione di Capri della famiglia Farace, che ha contribuito alla fama del liquore locale. Da allora la fama del limoncello si è diffusa in tutto il mondo: non c’è turista straniero che non desideri portarsi a casa una bottiglia di limoncello per godersi il ricordo del profumo e dei colori solari dell’Italia.

All’estero il limoncello è infatti uno dei più riconosciuti simboli dello stile di vita italiano grazie anche all’attore Danny DeVito, grande estimatore e produttore di limoncello in Italia, che ha contribuito a farlo conoscere al grande pubblico americano.