Storia del gin

Prima di diventare il liquore che dà carattere a cocktail leggendari e famosi in tutto il mondo, le prime testimonianze di un liquore aromatizzato con il ginepro risalgono a qualche decennio dopo il Mille come evoluzione delle tecniche di fermentazione e di distillazione già conosciute in epoche più remote.
È accertato che la Scuola Medica Salernitana producesse intorno alla metà del 1100 un liquore aromatizzato con bacche di ginepro al quale venivano attribuite proprietà curative e digestive.

La produzione di liquori aromatizzati al ginepro con scopi curativi prosegue nei secoli successivi al Medioevo e si intreccia soprattutto con le vicende storiche olandesi e inglesi.
È del 1552 la testimonianza di un’aqua juniperi (dal latino Juniperus, ginepro) prodotta in Olanda con finalità terapeutiche.

Per secoli il gin continua a essere prodotto con alcool di grano aromatizzato con bacche di ginepro, reso più appetibile con un mix di estratti vegetali e venduto nei laboratori dei farmacisti. L’interesse per il gin aumenta nel corso del ‘600: è così che piccole distillerie inglesi iniziano a produrlo su larga scala incontrando sempre più l’interesse dei consumatori.
Chissà se i farmacisti dell’epoca avrebbero mai potuto immaginare che secoli dopo il gin sarebbe comparso nei classici della letteratura, nel cinema e nella cultura pop di tutto il mondo.

Il gin e il Dutch courage

La storia del gin si ritrova anche sui campi di battaglia europei del ‘600: pare che gli inglesi rientrati in patria dalle campagne militari dell’epoca descrivessero i soldati olandesi come molto coraggiosi e animati dal Dutch courage, il coraggio olandese, grazie al gin bevuto dalle borracce che portavano appese alla cintura. Ancora oggi questo termine sta a significare il coraggio che ci si dà bevendo alcolici… per fare qualcosa che da sobri non si farebbe mai!

Nel corso del ‘700 in una città grande e sovrappopolata come Londra, il gin si impone alla popolazione più povera come bevanda più igienica rispetto all’acqua: è così che vengono aperte migliaia di rivendite e il gin comincia a diventare una piaga sociale incontrollata.
Con nuove leggi che consentono la vendita del gin ai soli rivenditori autorizzati, il consumo di gin subisce un calo e contestualmente la sua qualità migliora.
Nella prima metà dell’’800 con l’invenzione della distillazione a colonna di vapore la produzione del gin alza ancora il suo livello qualitativo con il London Dry Style e il suo consumo si diffonde sempre di più anche tra le classi sociali più benestanti.

Da medicina a drink rinfrescante: come è nato il gin tonic

Il gin ha avuto un ruolo anche nella cura della malaria, molto diffusa in alcune zone dell’impero coloniale britannico e curata con il chinino estratto dalla corteccia di una pianta andina dal gusto eccezionalmente amaro.

Con le tecniche di produzione dell’acqua gassata si fa strada intorno al 1860 la commercializzazione dell’acqua tonica “aromatizzata” con chinino, raccomandata ai viaggiatori diretti verso le colonie britanniche.

Da bevanda curativa a drink di grande successo il passo è stato brevissimo negli anni successivi: il gin tonic è diventato in breve un emblema del colonialismo britannico per poi diffondersi anche madrepatria.

Potrebbe diventare: Superato il Proibizionismo degli anni ’20, in il consumo di gin torna in auge negli Stati Uniti e diventa sempre più protagonista sui banconi dei bar di tutto il mondo per tutto il ‘900.

Negli ultimi anni il gin ha avuto un ulteriore revival che genera una continua ricerca di qualità e di nuovi blend tra puristi e appassionati di mixology.